L’OPERA

A Lodi Vecchia, sulla sponda sinistra del fiume Adda, sorge la Cattedrale Vegetale di Giuliano Mauri, artista ambientale scomparso nel 2009 appartenente al movimento Art in Nature.
L’opera è stata inaugurata il 23 Aprile 2017, con la partecipazione del critico d’arte Philippe Daverio e ha raccolto il consenso di tanti visitatori.

Si tratta della terza cattedrale vegetale dopo le prime due realizzate dallo stesso artista ad Arte Sella a Borgo Valsugana (Trento) e nel Parco delle Orobie (Bergamo).

Per apprezzare al meglio quest’opera è consigliabile visitarla più volte a distanza di tempo, perché all’interno delle 108 colonne di legno che ne costituiscono la struttura sono state trapiantate altrettante querce, che stanno crescendo. Quando un giorno la struttura non ci sarà più, resteranno le piante a testimonianza del passato.
Non perdete, dunque, l’occasione di scoprire la Cattedrale Vegetale!

UN CAMBIAMENTO INASPETTATO

Ci sarebbe piaciuto poter concludere così l’articolo, con questo invito. Purtroppo, però, non è possibile, e siamo costretti a darvi conto di una situazione ben diversa.
Infatti, nell’Ottobre 2018, un forte vento ha danneggiato l’opera,  e come se non bastasse un fungo nel terriccio ha consumato il legno della struttura, riducendolo in polvere. Tutto ciò ha reso fragili le colonne.
I costi per la sistemazione erano e sono tuttora ingenti.
L’opera e l’area circostante sono state chiuse per motivi di sicurezza e nel frattempo, a causa delle intemperie, sono crollate quasi tutte le colonne.

RIFLESSIONI

Ci si chiede se non sarebbe stato meglio costruire diversamente la struttura di legno, esposta agli agenti atmosferici.
Scegliere un altro tipo di soluzione, a livello di progetti e materiali, avrebbe potuto fare la differenza, ma in tal caso anche i costi e gli interventi necessari sarebbero stati ben diversi. Per trovare una risposta a questi dubbi si deve pensare all’idea di Mauri, e cioè al suo intento di recuperare, attraverso l’opera, un dialogo con i luoghi.
Forse possono aiutarci le sue ultime volontà riportate nel testamento artistico: Mauri desiderava che la natura potesse riempire lo spazio vuoto lasciato libero dal legno, e per giungere a questo risultato finale la sua opera doveva necessariamente essere costruita con tronchi e rami, escludendo l’uso di materiali artificiali. Così, una volta disfattasi la struttura esterna, le querce avrebbero continuato a crescere e a rappresentare l’opera nel tempo, seguendo la disposizione ordinata delle colonne di legno e sfoggiando le loro chiome verdi e lussureggianti.

NON DIMENTICHIAMO LE QUERCE

La quercia giovane

Molti tendono a concentrarsi sulla struttura, ma non bisogna dimenticare le querce.
Al di là delle problematiche riguardanti i tronchi esterni, occorre preoccuparsi soprattutto delle singole piante, ossia ciò che doveva – e dovrebbe – rimanere in ricordo del progetto originale.
Si spera che i giovani alberi sopravvissuti trovino dimora altrove o che vengano salvati con interventi rapidi.

LA NATURA

La Natura, con la sua forza, ha accelerato i tempi prendendo il sopravvento sull’opera.
La creazione dell’artista viene talvolta sminuita e sottovalutata, ma per chi ha potuto vederla da vicino non ha senso parlare di “fallimento”. Né tantomeno insistere sul fatto che tronchi e rami forse non potevano reggere alle intemperie e ai fenomeni meteorologici, che oggi sono particolarmente violenti e provocano conseguenze imprevedibili.
L’artista probabilmente non ha voluto riparare l’opera con un involucro trasparente e solido, perché ciò avrebbe slegato la cattedrale dalla natura, quando invece, secondo la sua concezione, sia le querce che la struttura di legno devono rimanere esposti ai repentini cambiamenti stagionali e climatici.

UNA DOMANDA FONDAMENTALE

Per quanto tempo la Cattedrale Vegetale sarebbe rimasta integra?
Durante il periodo in cui si è potuta ammirare, l’opera ha stupito i suoi visitatori, permettendo loro di esplorare un luogo particolare e suggestivo.
Se l’intento di Mauri era di creare continuità con l’ambiente circostante e di evocare le emozioni forti che solo la natura sa trasmettere, non c’é dubbio che la Cattedrale Vegetale ci sia riuscita, benché le giovani e fragili querce non abbiano avuto il tempo di crescere ed infoltirsi in modo da riempire lo spazio della struttura di legno.

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